mercoledì 9 agosto 2017

Settori giovanili, una fonte in esaurimento?

Prendiamo spunto da una recente intervista di Marco Crespi, che abbandonati i panni di telecronista, da noi sinceramente poco apprezzati, torna a parlare di basket giovanile con la competenza che lo contraddisitingue.
Basket giovanile che sara' uno dei temi costanti di questo blog.

http://www.italhoop.it/2017/08/02/italhoop-intervista-marco-crespi/



Lo stato di salute del basket italiano non è buonissimo. Uno dei motivi di questa situazione e' l'involuzione dei settori giovanili. 
Il triangolo Milano - Varese - Cantu' con un bacino da cui pescare veramente notevole ha prodotto, negli ultimi venti anni, ben tre giocatori di livello medio alto, Mordente - Michelori - Abass, con quest'ultimo che deve ancora dimostrare di poter stare a pieno a questo livello.
Teniamo presente che dopo dieci anni di Armani Junior Program  sarebbe lecito  potersi aspettare qualche risultato.
Spesso si e' detto che l'LBA concede poco spazio ai giovani a causa della diminuzione percentuale di giocatori italiani tesserabili. Se pensiamo anche solo alla LegaDue  con trenta squadre e l'80% dei giocatori a referto italiani abbiamo comunque lo stesso risultato: lo 0 o poco piu'. Quest'anno i nomi che vengono  possono avere un minino di futuro a livelli superiori essere Moretti, Candi . Oltretutto molte squadre che hanno puntato alla promozione si sono rinforzate andando ad integrare il roster con grandi vecchi.
Uno dei fattori fondamentali di questa crisi riteniamo sia la riduzione degli investimenti economici destinati ai giovani.
In una lega A dove i budget delle società sono sempre piu' risicati, poche hanno la possibilità o capacità di mantenere settori giovanili di livello, comunque non ottenendo risultati continuativi.
Anche per quanto sopra, diventano attrattive le possibilità di andare a giocare in NCAA in genere in college di medio livello, che pero' garantiscono ai giocatori un'organizzazione ben precisa con staff di professionisti dedicati alla crescita tecnica ed atletica dei ragazzi.
Scelta recentemente effettuata da Davide Moretti, e prima di lui da Mussini per citare due dei casi piu' eclatanti. E da qui potrebbe arrivare il prossimo vero talento secondo il nostro pensiero, Nico Mannion.
Altro fattore che riteniamo fondamentale nell'involozione è il cambiamento nelle  filosofie di allenamento.
Negli ultimi anni il fenomeno prevalente in Italia e' quello di privilegiare ragazzi con caratteristiche fisiche molto sviluppate, tralasciando tecnica e conoscenza del gioco. Avendo l'idea di costruire su un gran telaio motori e centraline non sempre esistenti in partenza, la conseguenza e' quella di vedere in campo giocatori che, ad esempio, in difesa non sanno come posizionarsi per gestire il lato debole.
Senza contare poi che la tendenza è di insegnare a tutti i ragazzi a ricoprire qualsiasi ruolo a discapito della qualità. La fantasia è stata messa da parte. Abbiamo ragazzi bravissimi nei fondamentali, ma incapaci di leggere il gioco.
Come dice Crespi non ci sono piu' le posizioni canoniche, secondo noi il non avere piu' questi ruoli ben definiti crea al contempo perdite di valore su alcune caratteristiche di questo gioco.
Guardando alcune partite dell'europeo U18 abbiamo notato che il pivot classico e' una specie in via di estinzione, a cui si associa la quasi totale incapacità di gioco spalle a canestro, nonche' la gestione della palla in and out.
Un'ultima considerazione, l'ultima formazione nazionale U20 che ha portato buona parte dei suoi componenti a calcare i parquet della LegaA da protagonisti, e' quella del 2011 (Gentile, Melli, Denicolao, Moraschini, Fontecchio, Ceron, Baldi Rossi, Polonara, Vitali, Cervi, Traini).
Un altro elemento è la mancanza della conoscenza del gioco. Spesso i ragazzi guardano l'NBA di cui conoscono vita morte e miracoli ma poi sappiamo bene che il basket europeo è ben altra cosa.
Anzi per come la vediamo noi in questo momento il miglior basket a livello tecnico lo si vede in Eurolega.

P & M

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